Quando ancora Kubo non disegnava farfalle

La leggenda narra di un manga dello stesso autore di Bleach che non parlava di Hollow e di lunghi spadoni, né di protagonisti con rapporti triangolari con sè stessi (citazione necessaria), ma che ha lo stesso affinità con il mondo dei morti. Si tratta di Zombie Powder, letteralmente la polverina maggica dei morti che ritornano in vita, ovvero la prima opera di Kubo-Sensei, che gli fece guadagnare l'iniziale fama che lo portò alla ribalta poi con Bleach, la sua opera magna.
In questo manga infatti vediamo un mondo pseudo-western in cui bisogna collezionare dodici anelli della morte per poter ottenere la polvere degli zombie, che permette di far resuscitare i morti. Tutti i protagonisti la vogliono, a partire da Grimmjow  Gamma Akutabi, colui che a molte fangherle rassomiglia allo gnocco Espada dalla chioma turchina. In cosa però non saprei dirvi. Ovviamente però sta polverina la vogliono anche gli antagonisti, perché oltre riportare in vita i morti dona anche l'immortalità. La cosa che ci colpisce di questo manga oltre l'originale trama e le scene comiche -che ci riportano con la memoria ai primi volumetti di Bleach- sono i bellissimi nomi dei protagonisti, da Wolfgangina Lalla Getto  a Baragne Binoix  Bartoreuil Balmunk, che ci fanno denotare la fantasia e la grande mente di questo grande mangaka. Mi aveva colpito anche che una delle "Character Song" che Kubo aveva scelto per uno dei personaggi era una canzone del mio compaesano Zucchero
Il grande difetto di questo manga, che avrebbe potuto avere dei bellissimi risvolti sia a livello di trama che di sviluppo dei personaggi principali? Zombie Powder è un opera incompiuta. Trolltite ha deciso di sospenderne la pubblicazione per dedicarsi a Bleach, e che forse la concluderà a termine della sua opera principale. Quando la sempre amata Panini portò in Italia Zombie Powder, pensavo che fosse un opera di pochi volumi, ma conclusa. Invece mi sono ritrovata con un finale sospeso ed incompiuto, e probabilmente non saprò mai come andrà a finire quest'opera, nonostante mi fosse abbastanza piaciuta, anche se sicuramente non è ai livelli di Bleach. Mi chiedo quindi perché illudermi in questo modo? Perché farmi soffrire così? Chi mi odia così tanto? Quando e come finirà Zombie Powder? E, soprattutto, come diamine è fatta sta polverina? 
Ai posteri l'arda sentenza.

Quote of the Week 3.


«Ehi, Shogo... pensi che potremo cambiare il paese?» Con disappunto di Shuya, Shogo scosse la testa. Shuya disse con tono accusatorio: 
«Ma hai appena detto che lo faresti a pezzi!» Shogo accese una sigaretta, era un bel po' che non fumava, poi incrociò le braccia. «Vuoi sapere quello che penso?[...] A volte non ci si può opporre al corso della storia.[...] Tra qualche tempo, mutando alcune condizioni, questo paese, anche se non facciamo nulla, cambierà. Non so se avverrà nella forma di una guerra o di una rivoluzione. E non ho la minima idea di quando giungerà quel momento. Forse potrebbe non arrivare mai.» Fece un altro tiro e continuò. «In ogni caso, non penso sia possibile adesso. Proprio come ho detto, questo paese è folle, ma ben concepito. [...] La nostra è una nazione schifosa. Se non potete sopportarla, la cosa migliore da fare è abbandonarla e andare da qualche altra parte. [...] Eppure io non lo farò.» Shuya si sfregò la mano contro la coscia. Sperava che l'affermazione di Shogo corrispondesse ai suoi pensieri: "Io voglio fare qualcosa qui, perché alla fine questo è il mio paese. Bob Marley cantava: "su, alzati in piedi... combatti per i tuoi diritti
«Perché?» chiese Shuya. Ma la risposta di Shogo non fu proprio quella che si aspettava.
«Sto facendo questo per me stesso. Voglio la vendetta. Anche se è solo per la mia soddisfazione, voglio colpire questo maledetto paese.[...]» Shuya fece un breve respiro: 
«Così sembri senza speranza.»
«Sono senza speranza»
Shogo Kawada e Shuya Nanahara, Battle Royale (Romanzo), Koushun Takami

Beautinception

Miki, Yu, e tutti coloro che complicheranno loro la vita


In Italia venne presentato come Piccoli Problemi di Cuore: eppure chiamarli piccoli, questi problemi di cuore, mi sembra un paradosso bell'e buono. Marmalade Boy di Wataru Yoshimitsu è stato il shojo manga che lessi in vita mia. Non vado molto matta per questo genere dato che sono una maschiaccia e ho sempre preferito generi adatti ad un pubblico maschile, ma mi innamorai di questo manga per ragazze dalla prima volta che lo presi tra le mani, nella sua rosa versione gold che costava un occhio della testa -sempre grazie Panini, eh-.

Miki Koshikawa è una spensierata ragazza senza troppi grilli per la testa, innamorata della vita e del tennis. Allegra e vivace come ogni ragazza della sua età dovrebbe essere anche se al giorno d'oggi non ne esistono più di questo tipo. La sua vita viene sconvolta quando i suoi genitori decidono di divorziare. Ma come abbiamo accennato in precedenza i problemi di cuore in questo manga non sono affatto piccoli. La famiglia Koshikawa si intreccia con la vita dei Matsura, genitori di Yu, il ragazzo marmellata di arance.
Pongo di seguito uno schema riassuntivo

Mamma di Miki + Padre di Yu
Padre di Miki + Mamma di Yu 

E l'allegra famiglia Koshikawa-Matsura decide di vivere sotto lo stesso tetto, causando ai due rampolli un sacco di problemi sentimentali traducibili con seghe mentali tanto bisogno di affetto da parte reciproca. E come se non bastasse, la trama già paragonabile alle peggio soap opera come Beautiful per qualità di intrecci, le cose si complicano ulteriormente.
L'ex di Yu si ripresenta per conquistarlo, ma Miki è innamorata del fratellastro che sembra ricambiare. Arimi -vedi vecchia fiamma del ragazzo marmellata- per far ingelosire l'ex si mette con Ginta, migliore amico e spasimante di Miki. Poi dopo essersi letta un qualche manga yaoi di dubbio gusto Miki pensa che Yu stia con un uomo, poi Yu pensa che la mamma di Miki sia in realtà anche sua madre, quindi fare fiki-fiki con lei sarebbe immorale ed incestuoso, Miki va in paranoia e infine il mondo esplode. No, perché gli intrecci amorosi non sono di certo finiti, e la Mediaset ha il coraggio di dire che questi due poveri disgraziati hanno solo dei piccoli problemi.
No, ma vi rendete conto della trama di questa cosa? Non so se definirla geniale o da adattatori di Centovetrine, ma io l'ho amata. Stai con gli occhi incollati sulle pagine del manga fino all'ottavo volume, per vedere se alla fine questi due poveri cristi si metteranno finalmente insieme o se la famiglia Koshikawa-Matsura è destinata a diventare la Montecchi/Capuleti del nuovo millennio. Alla fine anche se il paragone con le soap può scandalizzarvi, il primo shojo manga che ho letto è stato anche quello che mi ha colpito di più. Mi piacque un sacco il disegno dolce e raffinato, e la trama incasinata da mal di testa alla fine si risolve con un bel lieto fine. Nonostante a volte ti chiedi se per caso non sei finito dentro il film Inception anziché in un manga.
I Grandi Problemi di Cuore del Ragazzo Marmellata e della sua compagna sono stati l'avventura amorosa che mi ha un po' aperto il mondo verso questo genere di manga, e che è stata capace di sciogliere anche una ragazza un po' maschiaccia come me, che non è felice finché non vede qualcuno sbudellato in un manga. Perché suvvia gente, un po' di romanticismo al mondo ci vuole, nonostante l'Inception/Beautiful che ci sta in mezzo

Quote of the Week 2.

Da quel momento, io andai avanti a scrivere ancora, e ancora, come se fossi posseduto... quell'opera che al contrario non avrei dovuto scrivere. Poi, nonostante continuassi a comporre altri romanzi per fuggire da quell'opera, quel protagonista si ripresentava sempre davanti a me, come una maledizione. In quei momenti mi tornavano alla mente loro. Il bene, il male, la ragione, la follia, il mondo terreno e l'aldilà... coloro che regnano con grazia ed eleganza nello spazio di confine che li separa. Come se volessero farmi ricordare quella promessa. Esiste senza dubbio qualcosa che trascende dalla nostra comprensione, ma io nasconderò per sempre questo fatto tra le ceneri del caminetto per tutta la vita... assieme al segreto di quella notte di tempesta.
Arthur Wordsmith, Black Butler, Yana Toboso

Non sempre Can che Abbaia non morde

V


Tribal 12 è il nome di un manga che la GP presentò a tutti come "il manga dell'autore di Toto". Beh, non ho mai letto Toto, ma sono piacevolmente stata colpita dalla bellezza di questo fumetto tanto da rimanere delusa dal fatto che durasse solamente  tre volumi. Perché è questo il brutto delle mini serie: quando ti accorgi di aver in mano una bella storia, con dei bei personaggi e dei disegni abbastanza fighi, il tutto contornato da combattimenti epici e fantastici power up, realizzi che tre volumi sono troppo pochi, che ne vorresti avere di più.
Non ho mai letto altre opere di Yuko Osada, il che è un peccato, ma quando due anni fa mi è capitato Tribal 12 tra le mani l'ho comprato per curiosità, perché mi piaceva il volto del protagonista e il tratto del disegno.

Una ragazzina di nome Wendy a seguito della perdita della persona a lei più cara decide di portare avanti degli esperimenti per tentare di separare spirito e corpo e riportare in vita l'amato. L'esperimento fallisce, e ciò comporta la nascita di creature potenti dette "Antichi". Per sbaragliare gli Antichi viene creato un super gruppo di Avengers versione manga -sì, sono andata a vedere the Avengers e ora lo ficcherò ovunque- detto Twelve, dodici persone dotate di Accessories  in grado di donare poteri a chi li indossa, in particolare collegati ad animali. Abbiamo il cane -il protagonista- la scimmia, la pecora -LA PECORA è BELLISSIMA, LODATELA!- il coniglio, la tigre, il topo, il drago, il serpente, il cavallo, toro e il cinghiale... ecco, forse l'unica pecca del manga è che data la velocità della trama, forse perché Osada ha dovuto finirlo entro i tre volumi, non lo so, questi personaggi non sono stati valorizzati completamente. Avrei voluto vedere la forza reale della tigre e del serpente, due personaggi molto fighi a parer mio... No, Panda, non sbavare!

La trama è semplice ma molto poetica, soprattutto nel finale. I colpi di scena non sono inseriti a caso, ma al posto giusto al momento giusto, ci sono momenti di felicità ma anche momenti tragici, e non sai fino alla fine come potrebbe finire, quindi non c'è nulla di banale. Il disegno è molto delicato e semplice che non stanca e i protagonisti sembrano vestiti come i Turks  di Final Fantasy  VII, ma vabbé è il loro bello.

I protagonisti sono sicuramente il cardine del manga.

Oz, che detiene il Vision del Cane -quello tra i più potenti- è il protagonista positivo della storia, orfano che gestisce da solo dei bagni termali lasciati in eredità insieme al suo cane Trava -che si rivelerà l'Accessories-, la sua vita cambia quando conosce Ko, vision della Scimmia e aspirante Twelve, e il membro della stessa Kaguya del Coniglio che lo invitano a diventare membro della Twelve non appena manifesterà i suoi poteri. Con la morte della dirigente della Twelve Monroe  Oz decide di salvare la Strega Wendy che ha dato vita agli Antichi e di combattere contro il Nightmare -in contrapposizione con la Twelve che utilizza il potere del Sogni-  che sfrutta il potere dei mostri per seminare il panico e riporta in vita Nero, precedente Cane di cui Kaguya era innamorata. Insieme ai restanti membri della Twelve Oz e Ko riescono a mettere in difficoltà il nemico e a fermare gli Antichi, con un bellissimo finale a sorpresa che mi ha commossa!


Peccato davvero che duri solamente tre volumi. Se fosse stato più lungo e Osada avesse dato più spazio anche ai personaggi secondari sarebbe stato completamente perfetto. Ciononostante non voglio dire che non sia un bel manga, anzi direi che posso benissimo consigliarvelo! E lodate la pecora!
Lodate la Pecora!

Spoileromani incalliti 2: Bleach cap. 490



Spirits Are Forever with YOU!
 Scusate, non ho resistito. é  che nel nuovo capitolo di Bleach hanno mostrato due volumetti con questo titolo, e io che mi sono innamorata di questa frase sin dai primi volumi -anche se all'epoca era Spirits are Always with you!- non ho potuto fare a meno di esaltarmi come un riccio a primavera.


Se la saga dei Fullbringer mi aveva lasciata un po' perplessa e non mi aveva lasciato nulla addosso, la nuova saga mi sta esaltando come un ricco a primavera -ma non l'ho già detto?- 
Intanto si preannuncia, come già ci ha lasciato qualche avvisaglia il vecchio Tite, un alleanza Arrancar-Shinigami contro i nuovi nemici, i Quincy! Mamma li Quincy! 

I nuovi nemici mi paiono cazzuti. Per sconfiggere le Fracciòn di Harriber gli Shinigami ci  avevano messo un infinità di tempo, arriva sto Quincy e lo fa fuori in un petosecondo. Che dire? Spero che questa saga non finisca di annoiarmi come quella dei Fullbringer. E Ichigo così com'è è figo, spero che non tiri fuori qualche altro Power Up perché altrimenti diventa dopato al massimo...
Considerazioni finali: Renji rimane sempre il solito figo.

Quote of the Week 1.

Conosci l'espressione «non avere nulla»? È un insegnamento zen. "Se incontri un Buddha, uccidilo. Se incontri un tuo antenato, uccidilo. Non avere legami, non essere schiavo di nessuno. Vivi semplicemente per la tua vita."
Genzo Sanzo Hoshi, Saiyuki, Kazuya Minekura
 Quando i filler riempiono anche i manga...

Bene gente, alzi la mano a chi ancora interessa sapere che passato travagliato e tormentato da turbe psicotiche ha avuto Kabuto.
No sul serio, va bene tutto ma penso che la psicologia di questo personaggio, con seri problemi di personalità, sia già stata fatta presente in varie occasioni nel manga. Io voglio vedere, in questo momento, botte,  sangue,violenza (alè alè)! Dopo tanto tempo il vecchio Kishimoto finalmente era riuscita a farmi stare in suspence, con Itachi e Sasuke che finalmente decidono di fare fronte comune con uno che sembra uno dei nemici più forti visti fin ora nel manga. E invece... prima mi salta fuori con la storia di Itachi e Sasuke che ne approfittano ogni volta che aprono la caccia al cinghiale per fare il sugo per la polenta, cosa che mi ha fatto slogare la mascella, e adesso ci propina due capitoli interi su Kabuto e le sue manie di persecuzione -oh, anche io ho dovuto mettere gli occhiali da bambina, non ne faccio un dramma: forse anche lui li voleva della Ray-Ban?-

Quel trollone di Kishimoto è buono per farmi venire crisi isteriche e istinti omicidi verso di lui, quando nel bel mezzo di un momento epico del manga lui ci caccia in mezzo flashback o monologhi interiori tra Naruto e i vari inquilini che abitano nel suo cervello. Va bene smorzare la tensione, ma non per decine di capitoli interi, che quando questi intervalli finiscono io mi sono dimenticata cosa stava succedendo prima!

Parliamo un momento del capitolo ora. Inanzitutto, ma Kabuto non era stato allevato dal medico Yakushi di Konoha? Non mi pareva che in passato avessero accennato a balie ex-membre della Radice. Ma vabbé, le sviste capitano a tutti, non lo posso mettere alla gogna -sono ben altri i motivi per cui Kishi dovrebbe essere giustiziato sulla pubblica piazza, ma almeno mi ha fatto resuscitare Itachi, quindi è come se tutto il mio odio per lui sia momentaneamente in reset-. Ma vogliamo parlare di Orochimaru che fa il marpione con un Kabuto di appena dodici anni? Eh, l'avevamo capito che il serpentone aveva certe tendenze pedofile, ma ora è palese! A parte che, a proposito del Sennin, questi capitoli mi sembrano un pretesto per farlo riapparire. Vero è che Kabuto ha sempre avuto un rapporto Smithers-Burns con Orochimaru, ma questa parte del manga mi sembra campata per aria solo perché era un bel po' di capitolo che il Ninja Leggendario non faceva la sua comparsa. E poi, sorpresa delle sorprese, ecco che si svela che il nostro serpente preferito era un membro della radice! L'avevo sempre detto io che Orochimaru e Danzo se la intendevano!

Trauma infantile tra 3... 2... 1... ed ecco che la povera Nonou tira le cuoia, proprio a causa di Kabuto. E pensare che è stato proprio lui con una classica figura da pirla ad ucciderla... si fa meraviglia perché Nonou non l'ha riconosciuto, eppure se lui avesse capito che si trovava davanti alla sua madre adottiva non sarebbero giunti a quel frangente.

E con una fantastica visione di Orochimaru che esce dalle acque per traumatizzare un già traumatizzato Kabuto, il capitolo finisce. Spero che si torni a far vedere degli scazzottamenti al più presto, altri tre capitolo del genere e faccio implodere la redazione di Jump 


Pornhorror!

Ora mi verrete a dire: e ma cheppalle, sta qua fa solo recensioni positive. Sì, in effetti so che può essere stancante sentirsi sempre e solo dire quant'è bello questo o quel manga. Quindi oggi vi parlerò di Highschool of the Dead, o meglio dire HSOD.
Ecco, diciamo che a me l'horror non è mai piaciuto molto come genere, letterario o cinematografico, quindi figuriamoci a parlare di manga. Ma HSOD è un caso a sè stante. 


L'unico difetto della mia passione di lettrice incallita di fumetti giapponesi è che quando non so cosa comprare in fumetteria o ad una Fiera del Fumetto, mi viene voglia di prendere i primi due volumi di una serie più o meno famosa e di provare a leggerli. Se mi piacciono bene, altrimenti finiscono negli scaffali del dimenticatoio. Il problema è che il dimenticatoio è quasi del tutto vuoto. Se non fosse riempito proprio da Highschool of the Dead.


Tornerete a dirmi: allora non puoi giudicare un manga, se non l'hai letto nella sua completezza. No, esatto. Avete ragione. Infatti HSOD è uno dei pochi casi in cui ho lasciato perdere il manga e ho preferito non spendere inutili soldi per quest'opera per dedicarmi invece a vedere l'evolversi della trama attraverso l'etere. Quindi sono qui per esporvi il mio personale parere sull'Anime di Highschool of the Dead, facendovi prima una breve parentesi sul manga.

Sapevo che gli autori di HSOD in precedenza disegnavano Hentai. A parte che ho visto Doujinshi porno di bassa lega disegnate meglio. I tratti spigolosi del viso dei protagonisti, le tette abnormi e il resto del corpo sproporzionato, per non parlare poi di primi piani completi di nudo parziale e di mutandine... cioè, parliamoci chiaro: se voglio vedere del porno e delle tette, conosco un sacco di siti disposti a darmi del nudo integrale pure gratis... invece niente, in HSOD sono solo tette che sballonzolano, cosa che impoverisce la focalizzazione del racconto. Quando in genere un consumatore medio non pervertito -e io sono mediamente pervertita, ma questo è un dettaglio- compra un manga horror si aspetta delle scene horror.
Invece in HSOD ha di per sé la trama più banale che abbia mai visto in un manga, roba davvero da hentai -a  livello di trama intendo-: all'improvviso, senza che ci venga svelato nulla, degli studenti del Liceo della Morte vengono contagiati da un virus che li fa diventare tutti zombie, ma solo i protagonisti -uno sfigato, un nerd, una dottoressa del tutto idiota e inutile, Yu Kanda versione donna, la gnocca di turno e la viziata figlia di papà da prendere a sberle- casualmente sembrano sopravvivere alla pestilenza, e sembrano essere per la maggior parte del manga -i primi due volumi, quelli in mio possesso, corrispondono circa ad una decina di puntate dell'anime- gli unici sopravvissuti nell'intera Tokyo. E mentre il mondo va nel caos, l'allegro gruppo di reduci si pone come obiettivo quello di tornare a casa, mentre gli zombie tentano di mangiar loro il cervello.  Ma loro, che sono fighi e protagonisti, riescono a sopravvivere a tutte le loro imboscate. Ma dico io. Un qualche morto per strada no? Ah sì l'inutile fidanzato della gnocca di turno che muore ad inizio anime ma di cui a nessuno importa, se non alla gnocca di turno quando ha finito di fare la figa di legno e si ricorda che lo sfigato ha fracassato la testa all'unica persona che la sopportasse.

Insomma, come trama di un horror apocalittico penso che Piccoli Brividi sia molto più terrificante, sul serio. Io sono una che si impressiona facilmente, che quando la mia amica ha tentato di farmi vedere "Non aprite quella Porta" mi sono spalmata il pupazzo a forma di manta preso all'Acquario di Genova in faccia e dondolavo sul divano gridando "Cambia canale, non farmelo vedere!"

Abbiamo detto che HSOD sembra un Hentai?  Beh, i presupposti per un buon pornazzo ci sono. Tette enormi, fisici snelli, tipe senza cervello che si divertono a sballonzolare la propria undicesima di seno in giro per i corridoi, e tipo pervertito che se le farebbe tutte quante -infatti riesce quasi a farsi ben due delle protagoniste-. Ma niente scena di sesso del tipo "Ehi, siamo gli unici sopravvissuti ad una epidemia di zombie, potremmo anche morire domani, trombiamo finché possiamo!". Nemmeno con una tipa che gli gira con solo un grembiule addosso il tipo è buono di stoppare un attimo i suoi piani di sopravvivenza anti-zombie. Lo sfigato o è gay, o è veramente uno stupido a livelli mondiali.




Ah, scena epica! Lo sfigato spara allo zombie, ma in mezzo ci sta la gnocca di turno. La gnocca di turno salta, il proiettile le passa esattamente tra le gambe -primo piano mutandine- e colpisce lo zombie esattamente al centro della fronte! Cioè, premio oscar al  regista! Uno dei rari momenti in cui non mi sono pentita di aver visto HSOD: come averi potuto vivere senza aver visto una scena del genere?! Sono letteralmente rotolata sul divano!


Deludente sia come Anime Horror che come Hentai, consiglio la visione solamente a chi, come il mio ragazzo, ha le tette al posto dell'ipotalamo! E, come se non bastasse, non so il manga, ma così come se non ci si capisce nulla di come l'epidemia sia iniziata, l'anime finisce senza fornirci spiegazione alcuna, e senza aver risolto nulla tra l'altro! Ecco, vi ho spoilerato la fine di HSOD, ora non potete vederlo: mi ringrazierete un giorno per questo!

Bonzo e i tre Avventurieri

C'era una volta in Cina un bonzo -un monaco asceta per intenderci, uno di quei bigottoni tutto casa e monastero- che fu incaricato da Bodhisttava di recarsi in India per ottenere dei Sutra -testi sacri- introvabili in Asia. Destino vuole che tale monaco venga accompagnato nel suo viaggio verso Occidente da un Demone Scimmia, un mostro acquatico e un cinghiale, e cavalca un cavallo che in realtà non è un cavallo, bensì un drago. Eccovi qui il sunto di una delle leggende più famose in tutto l'oriente, che ha ispirato non solo personaggi del calibro del protagonista di Dragon Ball ma anche la fondamentale trama di Gensomaden Saiyuki, o più semplicemente Saiyuki, il manga di maggior successo di Kazuya Minekura. Saiyuki si propone ai più come un manga per adolescenti, anche se il particolare stile sia di disegno che narrativo della Minekura appassiona anche il pubblico femminile. La storia di Genzo Sanzo Hoshi, bonzo incaricato dagli dèi di proteggere i sacri sutra a lui affidati e capire perché nel Tongenkyo, mondo dapprima abitato da demoni e uomini che convivevano pacificamente, gli esseri demoniaci abbiano del tutto perso la ragione. Al suo fianco viaggiano la scimmia Son Goku, il Kappa -demone dei fiumi- Sha Gojyo e il "cinghiale" Cho Hakkai (Cho=Cinghiale in giapponese, in realtà Hakkai è un essere umano tramutatosi in demone), insieme a Hakuryu, il draghetto bianco che si trasforma... in jeep! Sul loro cammino incontreranno demoni disposti a tutto pur di ucciderli e di impossessarsi dei sutra di Sanzo, faranno i conti con loro stessi e i loro sentimenti, ma soprattutto il loro passato travagliato e doloroso. Inoltre, se in ognuno di noi è presente un po' di oscurità anche in un cuore colmo di luce, Goku e Hakkai hanno a che fare con i loro demoni interiori; senza i loro particolari sigilli, entrambi perdono il controllo e attaccano indiscriminatamente chiunque incontrino -anche se Hakkai dimostra di aver più controllo di sè stesso del compagno-. 

Un manga appassionante, dalla trama filosofica, il disegno dal bel tratto caratteristico e ben delineato della Minekura e i personaggi ben caratterizzati sia dal punto di vista fisico-caratteriale che storico e psicologico. Ho amato questo manga dalla prima volta in cui lo presi in mano, e penso che sia la prima opera per cui ho faticato e sputato sangue per avere completa nella mia libreria. L'atmosfera fantasy, la trama intricata e tutta la storia dietro ai personaggi non possono fare altro che farti amare Saiyuki, e ti spinge a volerlo seguire fino alla fine.
L'unico problema? Appunto questo. Saiyuki non sembra avere una fine.
La Minekura, si è sempre risaputo, ha sempre avuto problemi di salute, e a causa di questo è stata costretta a suddividere la realizzazione di Saiyuki in due manga, collegati tra loro cronologicamente: Gensomaden e Saiyuki Reload. Beh, dopo aver saccheggiato totalmente le mie fumetterie di fiducia, spaccando le balle anche a quella di Sestri Ponente per ottenere la serie completa del Reload, composta di dieci volumi, volete che non ci scopra che non esiste una vera e propria fine al termine del 10 tanbok? E porco Ener però! Roba da lasciarti con la tachicardia a mille e la voglia di andare a bruciare la sede della Dynit, ovunque essa sia in Italia, e quella della Enix in Giappone. No, non posso prendermela con la dolce Kazuya Minekura, un po' perché la stimo troppo come Mangaka, e un po' perché già poverina soffre di salute, se la vado anche a minacciare di morte, col cavolo che saprò come andrà a finire il suo Viaggio verso Occidente. In compenso però ha donato al mondo quella splendida opera che è Saiyuki Gaiden, -di cui preferisco parlare in una recensione a parte- e per questo forse potrei perdonarla.


In cosa Saiyuki merita di più di tutto di essere letto? Il legame tra i personaggi. Spesso le fangherle fraintendono Saiyuki, e in genere le opere della Minekura come Wild Adapter come manga dal sottofondo yaoi. Ok, io stessa sono una convinta sostenitrice di tale genere, e nel proprio immaginario può anche essere. Ma come la Mangaka ribadisce, le sue non sono opere yaoi. Il legame che c'è tra i quattro protagonisti è qualcosa di unico, che ti lascia nel segno. In particolar modo quello tra Sanzo e Goku. Amicizia nel puro semplice senso del termine, spirito di sacrificio, commozione ed orgoglio di far parte di quel gruppo di spericolati avventurieri, un po' umani e un po' demoni. Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, poi, Saiyuki eccelle in quanto riguarda le emozioni e i sentimenti. I personaggi di Saiyuki non sono supereroi, non sono privi di difetti, anzi. Sono di quanto più umano e simile alla realtà possa essere presente in un manga.



In conclusione. Se si è veramente appassionati di manga, se si amano le storie mistico-spirituali oppure si è fanatici di sbudellamenti di demoni, o si ha voglia di provare emozioni forti, Saiyuki in tutta la sua completezza di opere è da leggere, anche se dovrete essere preparati a non poter vedere la fine del manga prima della fine del mondo. Davvero, vale la pena di leggerlo e di lasciarti trasportare dalle emozioni che solo Saiyuki sa darti. Ma, seriamente, se vi volete bene e se amate Saiyuki, non guardate l'anime. Davvero, statene lontano, come se avesse la peste. Poi non dite che non vi avevo avvertito, eh?


ps. Non lo dico solo perché voglio sapere come caspiterina andrà a finire Saiyuki -moriranno tutti?-, ma spero che la Minekura guarisca presto dalla grave malattia che l'affligge. Gambatte!


Il mondo del webcomic è bello perché é vario, e questo pochi lo sanno. La maggior parte delle fangherle o dei meno appassionati di questo genere di fumetti online, quando chiederete loro se conoscono qualche manga online vi risponderanno di certo Axis Powers Hetalia. Oh, non le biasimo, dato che fino nemmeno sei mesi fa anche io rientravo in questa cerchia di persone dalla mentalità chiusa. Poi ho scoperto che il mondo dei fumetti italiano -davanti al quale storco sempre un po' il naso, per poi ritrovarmi spesso piacevolmente sorpresa- offre una vasta gamma di opere per tutti i gusti e per tutte le età proprio nel web. Chi conosce il sito di eriadan può benissimo capire cosa intendo, ad esempio, oppure altri Bloggers famosi di cui poi ritroviamo le strisce sui nostri amati diarietti Comix o Smemo. Di recente invece per caso ho trovato tra le bancarelle del Torino Comics un manga di Takehiko Inoue -che i più conoscono per il famoso Slam Dunk- che era stato precedentemente pubblicato Online. E pensare che prima di quel momento credevo che solamente i mangaka esordienti o che hanno bisogno di potersi affermare ed ottenere un ampio consenso di pubblico pur non avendo contratti con case editrici di manga pubblicassero le proprie opere online; oppure che lo facessero solo i fancazzisti giapponesi, che reputano disegnare manga un hobby, un passatempo... mannaggia a Himaruya, trollone! 
E invece ecco che mi ritrovo tra le mani un manga di un autore che amo, che parla di uno sport che amo in chiave rivisitata. E completamente in Technicolor!

Ed eccoci finalmente a parlare di Buzzer Beater, la seconda opera a tema Basketball di Inoue-Sensei. Fondamentalmente cos'è Buzzer Beater?

Prendete Space Jam, togliete Micheal Jordan e metteteci un ragazzino di 15 anni che non ha mai giocato a Pallacanestro a livello agonistico, sostituite Lola Bunny con la ragazza più brava della terra nei tiri liberi e al posto dei Looney Tunes metteteci i loro compagni di squadra, che non avranno orecchie, coda o fucile in mano, ma sono altrettanto eccentrici. No, gli alieni brutti e fetenti lasciateli dove sono. Mischiate tutto questo con lo stile e la comicità di Slam Dunk ed otterrete la storia di Hideyoshi, che non deve salvare la terra dalla minaccia aliena, bensì riscattarla, in cambio di 100 milioni di dollari. Da tempo infatti la terra non ha su una squadra di basket a livello interplanetario che possa competere con i gruppi alieni, quindi per anni il Pianeta in cui la Pallacanestro è nata si ritrova emarginata e sbeffeggiata dalle squadre extraterrestri. Incitato dalla nipote Cha-Che (Lola Bunny, tanto per intenderci), il filantropo Yoshimune decide di firmare un contratto da 100 milioni di dollari con i cinque giocatori di Basket più forti del mondo. E poteva mancare il nostro Hideyoshi? No di certo! Hanamichi Hideyoshi per levare lui e i suoi due compagni dalla strada decide di far parte di quel gruppo di cinque cestisti per ottenere i soldi necessari per condurre una vita agiata, ma per farlo dovrà prima vincere la coppa della Lega Inteplanetaria di Basket (e compiere diciotto anni). Irriverente, spassoso, dinamico e sorprendente e coinvolgente che caratterizza lo stile di Inoue Takehiko, Buzzer Beater è impreziosito anche da un nuovo stile di disegno del mangaka, che a causa di un infortunio al polso abbandona momentaneamente il pennino per dedicarsi al pennarello copic, che utilizzerà poi per buona parte del manga, conferendo al disegno non solo dinamismo, ma anche fluidità. Il tutto condito da colpi di scena e partite mozzafiato, che ci fanno capire quanto questo sport piaccia al mangaka, che ci fornisce ogni spiegazione tecnica di ogni azione dei giocatori nel dettaglio. Basti pensare che, come Slam Dunk, anche Buzzer Beater fa riferimento ad una tipologia di tiro a canestro, eseguito durante gli ultimi secondi della partita.

Buzzer Beater è di certo un opera meno famosa di Slam Dunk o di Vagabond, ma ciononostante per la trama e per il disegno è un manga degno di essere letto almeno una volta, anche solamente online al sito ufficiale di Buzzer Beater, se masticate l'inglese, o se avete voglia di spendere 7.90 euri a volume -grazie Panini, come faremmo senza di te?-. Ma se preferite esiste anche l'edizione in giapponese, coreano o cinese!

Tanto per Cominciare

Mi hanno detto che il Blogger è tanto bbello perché puoi dire quello che vuoi, esprimere i tuoi pareri e le tue idee senza che qualcuno ti fracassi le ovaie. Eh, le ovaie. Devo dire testicoli? Non ce li ho. Quindi dico ovaie.Un posto dove posso dar sfogo alla mia libertà di pensiero in un mondo dove ormai sei schedato per qualsiasi cosa tu dica o faccia -facci, signore, facci pure- e dove la censura ormai è di casa anche alle porte di internet. Ho già luoghi personali on line dove la mia lingua non ha freno, ma devo dire che l'idea di tenere un blog aperto a tutti  mi alletta parecchio, quindi perché non provare?
Innanzitutto, dato che la Stiva della Thousand Sunny è aperta a tutti, iniziamo col presentarci: mi chiamo Chiara, nome d'arte AssassinPanda. Perché questo nick? Perché mi piacciono i Panda, perché mi piacerebbe a volte essere un assassina, soprattutto quando mi capitano davanti quelle ragazzine che mi parlano come se fossero appena uscite da un programma della De Filippi o dal Grande Fratello, c'èèè. Che poi non ho mai capito perché ripetano di continuo c'è, quasi spasmodicamente all'inizio di ogni frase semplice, articolata, complemento oggetto o predicato verbale: alcuni mi dicono che sia una abbreviazione di "cioè", altri proprio "c'é" nel senso di ci essere... ma quando una persona fa il suo esordio presentandosi con un bel "C'é" vi giuro che vorrei tanto avere dei pugnali sotto la manica con il buon vecchio Altair. Ma stiamo divagando.
Come alcuni nippofili avranno intuito dal titolo del mio blog, la sottoscritta si occupa di manga e anime. Se leggere manga fosse una professione con una cerchia gerarchica al comando di una grande azienda, allora penso che ne sarei come minimo un dirigente. Sì, a volte posso sostenere di essere una lettrice incallita, quasi patologica, ma mai Otaku. Almeno non ancora. Per quanto rasenti il minimo, penso di avere ancora una vita sociale. Diciamo che la mia vita oscilla dall'essere Nerd allo stato puro all'essere aggrappata per una sporgenza sull'orlo di un precipizio nell'attesa che qualcuno mi raccolga.
Quindi in generale nel mio Blog parlerò di Manga. Ne leggo veramente una mostruosità, Shonen e Shojo, sporadicamente vedo Anime e film tratti da essi -in particolar modo amo i film di Lupin III-. Farò recensioni critiche o positive su ciò che mi capita alla mano, alla televisione al PC o nella PS3 -sì, ogni tanto mi capiterà di fare una capatina anche nel magico mondo dei Videogames-.
Non mi è mai capitato di vederli, ma so che ci saranno un sacco di altri Bloggers o di Youtubers che posteranno recensioni di manga di anime o di videogiochi. Io non scrivo quelle poche cavolate che mi passano per la testa per riceverne profitto personale o di avere milioni di.. boh, si dice Followers su Blogger? Anche se ovviamente mi fa piacere sapere se qualcuno legge le mie opere e se ci lascia un commentino, ma di certo non lo faccio per copiare altri o per essere una diva nel mondo del web.
Ecco, più che "recensioni" le mie saranno dei pensieri e delle opinioni personali, quello che mi passa per la mente quando leggo un capitolo di un manga online o un nuovo -o vecchio dato che sto cercando di reperire  Slam Dunk e Eyeshield 21 in maniere più o meno legali-, che spero possano suscitare il vostro interesse o quanto meno divertirvi, anche se ho l'umorismo di una pecora morta a volte.
Detto questo che altro aggiungere? Direi che abbiamo presentato tutto del diario di una nippofila incallita, siate benvenuti nella Stiva e buon divertimento a chicchessia!


Ah, graficamente la Stiva della Sunny è ancora da migliorare: il tempo di corrompere qualche blogger più esperto di me e ve la saprò proporre al meglio esteticamente!